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I LAVORI DI ARACNE


C

hiudiamo questa serie di articoli con quello che, nel Marzocco, scrisse la contessa Angelica Rasponi a proposito di una mostra parziale del Sottocomitato fiorentino.

Ci pare che meglio di ogni altra cosa indichi e riassuma il compito intrapreso dalla Cooperativa «Le Industrie Femminili Italiane» e lo scopo cui mira e che ha già in parte raggiunto.

«Non ce ne siamo accorti, ma è accaduta una rivoluzione fra noi — o piuttosto una risurrezione. Zitte, zitte le donne hanno aperto i vecchi armadi fragranti di lavanda e di giaggiolo, hanno tirato fuori i pesanti rotoli di tela sbiancati al sole di maggio. Frugando e rifrugando hanno ritrovato i fuselli e i tomboli che le arcibisnonne usarono per fare merletti ai lini battesimali — con pazienza e con amore hanno studiato e ritrovato punti d’ago dimenticati — qualche vecchierella di Venezia, di Roma, del montuoso Abruzzo serbava tradizioni di cui si è fatto tesoro.

Prima Venezia rispose a una voce venerata e regale, poi Bologna sorse e di nuovo insegnò, poi da ogni parte d’Italia