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parte terza 61

gesse nel Ruolo dei soci anche il nome del suo figlio Leopoldo.

Nell’anno 1820, essendo chiuso ai sacri riti il tempio di S. Giovanni, stante alcuni restauri che vi si eseguivano, fu pensato dalla Deputazione dirigente la Società di effettuare nella Metropolitana la messa in musica; fu dato di ciò notizia al Granduca, non tanto per riportarne l’approvazione, come anche per esprimere il desiderio del di lui reale intervento, onde maggiormente onorare la festività di quel giorno. A tale domanda il principe Giuseppe Rospigliosi, che era già stato Commissario plenipotenziario del Granduca, allorché ritrovavasi a Wurtzbourg scrisse un biglietto ai rappresentanti della Società in data del 13 giugno dello stesso anno 1820, col quale faceva noto «che S. A. aveva gradito la fattagli comunicazione e che negli anni successivi si riserbava di determinare un sistema, «onde forse intervenire a detta funzione.»

Riaperto al culto il tempio di S. Giovanni, fu negli anni successivi nuovamente celebrata la messa in musica nella mattina della festa, che nell’anno 1823, fu eseguita per la parte vocale dai famosi artisti di cauto Tacchinardi, Velluti e Biondini. Nel detto anno 1823, il Magistrato comunitativo di Firenze, in seguito alle istanze presentateli dalla mentovata Deputazione, decretò che la visita ed offerta solita farsi al tempio nelle ore pomeridiane del giorno 23 dovesse invece effettuarsi nella mattina del dì 24. Nel seguente anno poi 1824 lo stesso Magistrato con deliberazione presa nella adunanza del dì 11 giugno stabilì che il Gonfaloniere e Priori, dovessero nella mattina della festa dopo la data offerta trattenersi ancora ad assistere alla messa solenne che si celebrava in tale occasione. Questa deliberazione fu partecipata ai Deputati della Società dal conte la-