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In questo periodo di tempo, cioè fino all’anno 1814, ad eccezione delle feste sacre, solite celebrarsi nell'interno del tempio, null’altra cerimonia o festa popolare facevasi per la solennità di S. Giovanni.

Una sola festa pubblica aveva luogo, ma questa era nel 15 agosto per solennizzare il giorno natalizio di Napoleone; nel qual giorno Menou, presidente della Giunta di governo, interveniva ad un servizio di Chiesa, che eseguivasi in Duomo con grande solennità.

Caduto dopo tanti trionfi Napoleone, e passato così questo tratto di tempo non lungo, ma veramente calamitoso per le tante e dolorose vicende, nelle quali i popoli toscani si trovarono avviluppati; in forza del trattato delle potenze alleate, tornò la Toscana sotto il governo del Granduca Ferdinando III, il quale fece ritorno in Firenze nel 17 settembre dello stesso anno 1814.

Nel successivo anno 1815, furono ripristinate le feste. Nella mattina del 23 giugno ebbe luogo la processione, alla quale prese parte il clero del Duomo e quello di S. Lorenzo, e nelle ore pomeridiane la visita al tempio di S. Giovanni, fatta dal Gonfaloniere di Firenze, il quale vi si recò unitamente al Magistrato a fare un’offerta di cera. Nella mattina poi del 24 a spese della R. Società di S. Gio. Battista fu celebrata da Monsignor Morali, arcivescovo di Firenze, una messa solenne con musica espressamente scritta dal maestro Magnelli.

Negli anni seguenti si continuarono tali feste, nelle quali la Società suddetta elargiva le doti estraendo a sorte i nomi dei soci che avevano il ’diritto di conferirle; era tanto il pubblico favore che tal Società avea saputo procurarsi, che lo stesso Ferdinando III non solo condiscese ad ascriversi alla medesima, ma volle altresì che si leg-