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44 | le feste di s. giovanni |
alta voce promulgata al popolo. Il vincitore del Palio appena che lo avea ricevuto soleva gettare al popolo del danaro; e questo palio veniva tenuto esposto alle finestre del palazzo.
§ IV
Nel giorno di S. Giovanni oltre i tributi che venivano offerti dalle diverse città sulla piazza già della Signoria, e che nei tempi del Principato prese il nome di Piazza del Granduca, altri tributi venivano presentati al Sovrano da diverse Comunità è stabilimenti della città di Firenze. Come notizia storica può vedersene un dettaglio nell’opera del Cambiagi, sulle memorie delle feste di S. Giovanni; questi tributi che venivano offerti da varie Comunità erano in contanti ed in diverse misure, ascendendo quello della Comunità di Pescia a L. 322, ed il minore che era quello della Comunità di Bibbiena a L. 25. Lo spedale di S. Maria Nuova mandava un vitello vivo, 20 fiaschi di vino e 48 ortolani; gli altri spedali pure vino e tacchini; il Monte Comune capponi, limoni ed una coscia di vitella; la Comunità di Campi poi era tenuta a portare ogni anno un gran fascio di sala verde ed altra fiorita, la quale veniva sparsa allo spuntare del giorno nel mezzo della piazza avanti la gran fontana. Chi portava in nome delle Comunità i suddetti regali gli consegnava alla dispensa reale, ed aveva a titolo di colazione sei pani, due fiaschi vino e una libbra di formaggio; veniva altresì offerto un bacile d’argento cesellato di peso libbre quindici circa, entro una custodia coperta di velluto cremisi, foderata di taffettà di simile colore.