Pagina:Le feste di San Giovanni in Firenze.djvu/49


parte seconda 43

piazza del Prato in tal circostanza. Alle mosse che avevano luogo presso il palazzo Corsini, veniva inalzato im palco, ove sedevano due del Magistrato dei capitani di parte, il Provveditore ed il Cancelliere. Alla Porta alla Croce ove era allora una piccola piazzetta, e precisamente in faccia ad un tabernacolo grande che vi esisteva, si alzava altro palco ove erano in qualità di giudici due del suddetto Magistrato col sotto Cancelliere. Arrivati i cavalli alle mosse, il Granduca dava l’ordine ai giudici per la partenza, e questi facevano suonare la tromba ad un banditore che stava entro una feritoia nel muro del detto palazzo. Scappati che erano i barberi, altro banditore a cavallo andava correndo alla riparata, passando per via Palazzuolo, entrando nel Corso da S. Ambrogio, e quindi al palco dei Giudici per avvisarli se le mosse erano state regolari. La distanza dalle mosse alla Porta alla Croce, era braccia fiorentine 4520. La spesa del Palio, per quanto scrive il Migliore, era a carico della Comunità di San Gimignano, obbligatasi a ciò nell’atto di venire sotto l’obbedienza dei fiorentini nell’anno 1353. Questo Palio era di braccia 60, di velluto a opera con oro, color cremisi, col fondo giallo, e la valuta di esso era circa scudi fiorentini 420. Il vincitore aveva di spesa scudi 43 e lire 5; ai Capitani di parte spettava di erigere i palchi per i giudici e di pararli, e di fere distendere la rena per il corso e mettere alcune tende sul Prato, al Ponte alla Carraia e Mercato Vecchio, acciò i barberi non deviassero dal corso prescritto.

Giudicato chi avesse vinto il Palio, venivano incendiati alcuni razzi sopra la Porta alla Croce, e questi ripetuti sopra una casa al Canto alle Rondini, e quindi sulla cupola del Duomo, onde il Granduca dal terrazzino potesse conoscere chi era stato il vincitore, qual notizia veniva ad