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38 | le feste di s.giovanni |
rava il leone anche come il talismano della repubblica, poiché essa, non solo nutriva vivi a spese pubbliche i leoni nel serraglio presso il Palazzo, ma ancora scolpiti in pietra ed in marmo, i leoni stavano eretti per tutte le città e castelli soggetti al dominio fiorentino.
Nell'anno 1564 il leone di pietra che era sopra la cantonata della ringhiera fu per ordine di Cosimo I trasferito nel mezzo di essa, poiché una parte della ringhiera stessa si dovè demolire per erigere la fontana del Nettuno, col disegno dell’Ammannati. Questa ringhiera fu demolita anche dalla parte di ponente nel 1812, per ordine del Groverno sotto la direzione del prof. Del Rosso, che gli sostituì la scalinata che vedesi di presente, alla estremità della quale fece collocare un leone scolpito da Donatello, inalzato sopra un imbasamento di marmo intagliato con gli emblemi della repubblica, che aveva fin allora servito di base all'antico leone conosciuto sotto il nome di Marzocco.
Anche a tempo di Cosimo I si continuò a ricevere da detta ringhiera gli omaggi per le feste di S. Giovanni, come usavasi al tempo della repubblica.
Agli antichi tributi ed ai paliotti che offrivano le terre e castelli dello Stato fiorentino, se ne aggiunsero quasi altrettanti, dopo che da Cosimo fu conquistata la città e lo Stato di Siena. I paliotti dello Stato senese furono fatti a spese del Monte Comune, e per distinguerli dagli altri avevano una striscia di seta bianca e nera. I marchesi, conti, ed altri signori senesi mandavano a offerta un loro domestico a cavallo con tazza d’argento legata al braccio in segno di tributo; e più uno staffiere con la livrea della casa. Talora in luogo della tazza pagavano per censo dei loro fondi alla Depositeria Generale una libbra, ovvero mezza libbra d’argento.