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28 | le feste di s.giovanni |
mortella, di alloro, ed altre erbe odorose; le mura delle Case e delle logge si vedevano adornate di parati, di spalliere e di imprese; i pancati schierati sotto le logge delle case lungo le vie, erano coperti di drappo e di zendali, dove assise stavano donne d’ogni aspetto e d’ogni età, come pure donne e fanciulle erano affacciate ai balconi vestite di seta, ornate di gioie, di pietre preziose e di perle facendo la più graziosa mostra delle loro bellezze tra le drapperie mosse dal vento, riflettute dai raggi del sole. Lungo le strade il popolo affollato sui muriccioli sotto gli sporti e le logge accorreva a godere di quella festa inusitata; imperocché le pubbliche calamità invece di trattenere gli uomini da simili passatempi gli rendono anzi molto più vogliosi di prima, al naturai talento aggiungendosi il bisogno di sollevare l’animo dai presenti fastidii.
Le campane della torre dei Signori fino dall’aurora suonavano a festa; e in ogni luogo di Firenze era un moto, una agitazione per godere di quella nuova pompa, che infondeva di fatto nello spirito della Nazione il coraggio per sopportare tante sventure, sulle quali i Fiorentini chiusero gli occhi per non occuparsi e per non godere che di questo spettacolo.
All’ora di nona la Signoria si portò in S. Maria del Fiore già ripiena di popolo; la seguirono le altre Magistrature ed in ultimo vennero i nuovi Gronfalonieri della milizia cittadina, con i nuovi stendardi per esser benedetti, preceduti dal Gonfalone principale. Queste 16 grandi bandiere erano di seta verde, ed in mezzo da diversi monasteri di monache della Città erano state ricamate in grande le armi degli antichi Gronfaloni con l’aggiunta del nome di Gesù Cristo Re di Firenze.