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parte prima 25

durata; poiché i fiorentini ben presto ritornarono ai loro spassi e divertimenti e fecero rimostranze presso la Signoria, perchè volesse accordare di nuovo le feste di S. Giovanni; uno scrittore di quel tempo dice che l’impedirle era come attirare sopra lo Stato l’ira di Dio e privarlo dell’ intercessione del Santo.

La Signoria decretò nuovamente le feste, non tanto per secondare l’animo dei fiorentini, quanto ancora perchè queste davano lustro e decoro alla Città e favorivano il commercio dal quale essa traeva la sua ricchezza.

§ VI

Nell’anno 1419 era venuto in Firenze Baldassarre Coscia Napoletano che per l’addietro era stato Papa col nome di Giovanni XXIII e aveva rinunziato al Pontificato nel Concilio di Costanza. Egli aveva assunto il nome di Cardinale di Firenze per facoltà accordatagli da Martino V ad istanza della Signoria. Abitava presso la famiglia Chiarucci nel popolo di S. Pier Maggiore, e nella casa che oggi appartiene alla famiglia Orlandini. Era grandissimo amico dei fiorentini e vedendo quanto essi tenessero al culto di S. Giovanni, istituì quella sacra solennità che volgarmente chiamasi il perdono. Donò al Tempio di S. Giovanni la reliquia dell’indice del detto Santo, qual reliquia da Filoteo Patriarca di Costantinopoli era stata data a Papa Urbano VI: questa fu al medesimo involata, allorché stava assediato in Nocera dal Re Carlo di Napoli; il Coscia che in tal tempo serviva il Papa in qualità di cherico di Camera, potè rinvenire detta reliquia e redimerla con lo sborso di 800 ducati.

Questo Cardinale morì in Firenze nel 22 dicembre 1420, e i di lui esecutori testamentari Bartolommeo Yalori Gon-