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parte prima | 15 |
Finalmente nel giorno 23 vigilia di S. Giovanni solevasi nelle ore pomeridiane fare una solenne Processione, nella quale intervenivano il Clero ed i Monaci con ricchezza di paramenti e vesti di oro e di seta. Vi intervenivano ancora molte compagnie di secolari, le quali come dice il Monaldi, nei luoghi dove si radunavano facevano sacre rappresentazioni. L’eruditissimo Lami nelle sue novelle letterarie descrive in che consistevano queste rappresentazioni che non erano altro che spettacolose riproduzioni di miracoli e fatti della Storia Sacra e vita di Gesù Cristo. Chi avesse vaghezza di conoscere tal descrizione può ritrovarla al N. 12 di dette novelle del 1754, tradotte dal Greco.
È incerto quale fosse l’itinerario di tali processioni; si ritiene però che si muovessero da S. Maria del Fiore, percorrendo poi via Calzaioli, Piazza dei Signori, via dei Gondi; e quindi da Badia, e dall’Opera ritornassero per S. Giovanni a S. Maria del Fiore.
Nel giorno stesso e sempre nelle ore pomeridiane si radunavano i Cittadini sotto il loro Gonfalone, e divisi in squadre andavano a offerta al Tempio di San Giovanni, portando un torcetto di cera per ciascheduno. Ogni quartiere della Città aveva quattro compagnie, e ciascuna di queste un Gonfalone, e così in tutto queste erano numero sedici; delle quali nove appartenenti alle arti maggiori e sette alle arti minori. I Gonfalonieri delle compagnie erano dei maggiori Uffizi della Città; essi al suono della campana si radunavano armati con la loro gente, e talvolta intervenivano anche al Consiglio in Palazzo.