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10 | le feste di s.giovanni |
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10 | le feste di s.giovanni |
molirono le case dei Cofanai con la quale demolizione si ridusse nella forma attuale.
Nel 1202, era già stata rimurata l’unica porta, che fino dai primi anni dava accesso al Tempio dal lato di Ponente, e se ne erano aperte le altre tre attualmente esistenti. La Repubblica Fiorentina avendo preso in tal guisa a rendere sempre più magnifico questo Tempio ordinò, che dovessero essere gettate in bronzo le porte; quell’opera venne eseguita e condotta a mirabile perfezione da Andrea Pisano e Lorenzo Grhiberti.
Sebbene la Nazione fiorentina avesse appresso le altre il concetto di economia, quando però trattavasi di fare onore a sé stessa ed alla patria, lo faceva sempre con grande munificenza.
Abbellita la città di splendidi monumenti, ingrandite le piazze ed ornato il Tempio di S. Griovanni, essendo allora i fiorentini in buono e pacifico stato come dice Pietro Monaldi nella sua storia «usavano essi molto più di diligenza di quello che si faccia nel presente secolo (cioè 15S0 tempo in cui viveva lo scrittore) di fare grandissimi sforzi nella celebrazione della festa e solennità del nostro gran Protettore. Conciossiachè per Calende di Maggio, due mesi avanti, tutti i fiorentini cominciavano a mettere a ordine, siccome di adornamenti, di gioie e di vestimenti sontuosi; così di pali, pendoni e stendardi che ciascheduna terra soggetta doveva per censo, ceri ed altre cose, le quali si debbono offrire poi al Tempio di S. Giovanni, oltre invitare i signori e gentiluomini di Toscana per detta festa, procacciarsi nei bisogni di conviti; e finalmente tutta la città si vedea in faccende per detto apparecchiamento di tanta solennità, e così nei giorni festivi, due mesi avanti come detto abbiamo, tutti