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Diceria I. 8 j zelo t che perfuada , non empietà ch'aulii* fca . Pande ( per quanto fingono i Poeti ) per difcopore ad Helena i fuoi lafciui, e Iicentiofi amori, fcriueua col duo intinto nei vino fopra il manille . Io amo . Chrifto pcrmanifeftarc all'anima il Tuo celefte , e diuino innamora* mento,hà in vn Imo non ifcrkeo, ma dipinto , non col rino, ma col fangue, non con in duo, ma con tutte le membra quefte arnorofìflìme note Amore Urguet, Filomena, elfendole^ ftata dal peifido Tiranno di Thracia troncai la lingua, nè fa pendo come meglio far confa- ptuole la forclla ilei proprio torco, e dell'altrui crudeltà, li* fece tutto il cafo vedere imaginato con l’ago in vna tela . L'humamtà di Chrifto dal difpietato Hcbreo violata , e con mille ingiurie,e tormenti (tracciata , perche a-l'huma- na pietà fi a mamfefto il Tuo ingiuftidìmo oltraggio, lo fcuopreà noi, quali in bel riccamo, nella pittura di quefto lino. Piramo veduto il telo infanguinato dell'amata T'sbe , auifando lei edere ftata dal fiero Leone d'Qorata , volontariamente s’vccife. E l’huomo.che vede il velo fanguinofo del fuo celefte Arnanre , sbranato dalla ferina rabbia della ccudelcà Hcbrea. Ter» fejftm* deuenuit eum ; ricuferà.fe non di morir per lui, almeno di compatire^ di compiangere quefta morte } Se canto commode i riguardami quella tauola di mano d’/VriftidtJ , irafportata da Alellandro in Pella , douenel conflitto d’vna Città vedeusfi vna madie Alenata , e moribonda porger la poppa al fuo pargoletto bambino ; e con cenerò fornimento d'amore, di dolore , e di timore ftrmgendolo, ratea» in quell’rltimo finghiozzo guardarli , 7 D 6 cb:

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