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D I C » R l A I. 79 te ,te dimìnutioni, e gli sfuggimenti de’corpi coflituiti, ò invaginati in qual (I voglia lontananza dietro al taglio , ò allffcafc della Piramide vifiua, fecondo i vari Or.tonti, vedute, e diflanze adegnate a’ riguardaoti , infognando indifferentemente a degnargli tu\ti , sìcome Appunto per variati angoli peruèpgono all'altrui v:Aa . Ma perciò che quanto i corpi regolati fono facili da difegnare in Profpettiua , tanto gl'irregolari hanno di d fficoltà, e di lunghezza di tempo ; più efpediente è a’Pittori valerli della tetta via, laqualcorae inezana partecipa d’amendue , ritrahendo • vifta d’occhio dal naturale, ò da modelli fatti jppofla, ò con l’aiuto di qualche ftromento Matematico !e_> Cofe ch'efli dipingono . Niuno di quelli duc_» vltimi modi hà tenuto nel fuo Difegno Iddio . Non fi è fetuito di naturale oggetto, ò di comparto Geometrico, perche oltre ch'egli bifogno non ne haueua, edendo quella Mente eterna ( in cui rilucono tutte-l’ldce , non fi tronaui concreata , ch’arriuade vn sì alto concetto ad cfprimere . E qual mifura Matematica pote- ua citcqfcriuere quell’amore , che non haueua mifura ? Sic,Sic Deus diltxil mundum , vt fi- liumfnum viùgcniium dtret. O quii naturalità agguagliare qu:l dolore , ch’eccedeua i termini della NJtùra ? O vts omntsjui tran* ftlii per vi*m, àttenditt, <$• vidttt ft eft dolor ficut dolor mtus. Ma chi dicede , che quello Dife gnofù fatto per mano di Michelagnolo, noo^Lrebbe egli cofa inuenfimile , e ftrana ? E pure è vero , chel’Angiolè Michele non altro perfuafe a fuoi feguaci quando pugnò con lucifero ia Ciclo , che la fattura di quello Di-