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La Pittvra,' rea exalt abit caput. Propter quei lìtui txnltauit illum , & ionauit illi nomea, quocl efì fuper omne nomea. E che non fcce il perfido Giudaifmo per danneggiare , e disfaic.que- fta imagine, infino al [ratrare i ferri ? Tutto nondimeno à maggior confusone di fe fteflo, & à maggior chiarezza di quella, Clarificaui, Ó ì/erum clarificabo. Imperoche à forza di chiodi, e di lance fù ftraeciato il velame, che la coprala, onde fù appieno la bellezza del ritratto veduta. Che non per altra cagione ftimo io, che nel punto della fua morte fi fquarciade il velo del Santuario, Vtlum templi (eijfum eft, Se non per mifteriofameute accennare, eh' all’ hora apunto fi fendeua il miftico velo, eh'am- maniaua quefta pittura.E perciò il Centurione, il quale intìno à quell'hora veduto non hauea della imagine, fe non folo la parte efterna, appena vede aperto il velo,lacerato l’impedimento,e disbendato il ritratto,che fubito comprende la maniera del maeftro,riconofce la mano,e raffigura la fembianza, onde grida altamente. Perì fihus Dei ex ut i/le. Fortunato Cenrurio* ile, felici Apoftoli, e ben’auuenturofi tutti voi, che nel tempo del Redentore nafcefte ! Ventura grandehì veramente la volita d'eder degnati della fua vifta , e di poter fermare Io (guardo in quella belliffima imagine. Onde non lenza giufta cagione potete del vanto di quelle parole pregiami. Beati oculi,qui vidtnt qui voi v ieiis. Ma noi miferi nati in quefta vltima età come polliamo à tanta dignità poggiare? come à rimirar la vera effigie del N.Sig. polliamo apprellatfi fenza morire ? Solo il lupe della gloria può l'occhio noftro difporre, e pur-