Pagina:Le dicerie sacre.djvu/408

Diceria III. altro fembrerà il Cielo, che»na religione di flelle?Diròmegl o Muterò il nenie di Cielo in titolo di Paradifo ; Che altroché Paradifo ca. duro in terra farà quefto.doue tanti chori Angeliche tant’ordim di Serafini fi veggono! Deh perche non fono io Atlante, che al grauofo calicò di quello Ciclo , ilquale mi fono difauue- duramente addogato, e fotto il quale fuppreffò già hormai traballo, potefli farmi ftabile,e collante colonna? Ma pofciache Atlante non fono, non voglio, che Fetonte,ò Icaro la mia incauta temerità mi faccia.onde per si alte,e ma- lageuolt vie venga à finiflrare il diitto fentie- ro,ò carreggiando di là doue per fouerchio ardimento falfi, per poco accorgimento precipiti. Troppo.e troppo noiofo per sì ampia materia il mio parlar ctcfcercbbe, fe le ragioni, che àsi bella imprcfadfporre.c confortar video, no , vole/Jì tutte quante ad vna ad vna qui di- uifare .Talché si potrò ben’io per lo migliore tacermene , non fenza fperanza,che il mio fi- lenno (11 fcita lido nel voftro penfiero la memo, tia di quanto hò detto, debba con ifprone piti pungente all’opra (limolatili. Onde si come il Ciclo è termine del continente,e fotto l'ombra fua fpatiofa il mondo tutto i cuopre ; e fuor di elio non vi hà luogo, nè vano , nè tempo, nè corpo, nè mouimcnto; colila volita religione nemp:ràdi sè l'Vmuetfo,nè Ja volita fama ha- ura angolo , che la preforma, ile la vcftta gioita confine, chc Ja racchiuda. IL FINE,