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d i c i * t a n f. ni fette virtù particolari fogliono da erti fopra noi piouere ; lafottigliezz.i del contemplare da. Saturno , la portanza del fignoreggiare da Gio- ue, la fortezza dell'animo da Marte, la chia- rezza de' fenfi dal Sole , ilealdodeH’Amoredji Venete , la facoltà dello interpretare da Mere»*, rio, la fecondità del generare dalla Lona . Ma che i Da quelle fette fiammelle d’oro, da quelle fette ftelle ardenti, che nella delira del Verbo eterno ride sfollare il grande Aattor delTA-* pocalirte, dico dal concoifo delle grafie foprc- celefti, difpenfate dalla bontà dello Spiritali- dio, Motore del noftro Cielo, fi riuerfain noi con modo affai più mirabile il pretiofo fetten». rjo di quelle doti fante, e di que' doui dittini, i cui nomi, & effètti percioche fono a ciafeuoo pur troppo noti, non voglio, ch’ai prefente fi» mia cura di dimoftrare . Hà il Ci«lcr f per di- ftinguere più minutamente Je particolarità di ^utft’ordine ) dne apici , ò fommità oppottc allo’ncontro, Poli chiamati dagli antichi , flabiliti in due Hemifperi , l'uno Artico l'altro Antartico, l'viro ferrrpre fi motlra , & ergo inalto, l’altro fempre fi nafeonde , Srinchimu-» fotterra . Sono queftr i capi eOremi d’vnu' tratto di lunghezza , ouero dJvna linea , no» reale , ma imaginata , tirata per lo centro del* la Sfera diametralmente mfino alla rotondi* tà .• Sù per laférmezzadi quelli due fa Idi Ili mi, e coftantirtìmi termini fi raggira tutta li_j ruota del mondo, e farti il rinoIgimento del- l'hore . E ben dirti faldi, e cottami , impe-1 roche creduti fono del tutto immobili ; si perche fotto punti indiuifibili, equtfli mai non1 ti jnuouono ; tì perche fono cftrcm; pan* (Ì4