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jyi IL C I * L o.’ d’ognifchifiltànemico,fi fdegna diferuire a- viti), e d'edere da edì fupecato abiiorrifce. Fù ben giuftamente da’Greci, e da'Romani decretato , che coloro, i quali lunga fila d’hnomi- ni illuftri nella loro (chiatta contauano, fuf- fero in molte cofe priuilegiati fra gli altri, non già perche quefti cotali , contenti della fama della-loro antica gefta , e fatolli di quefto ratio fumo di fogno , fondato nella incerta opi- Bionedel vulgo , fi deffero con lafciua libertà e diffipare ciò ,cke i padri, e gli auoli s'affatica- ronoad accumular con fudore.e con fangucj . Ma folo perche,quafi da viue ftorie,e da Spiranti fimulacri, fudero eglino eccitati, & incitati a ricalcacela traccia di <]uell’orme riuendo ,ch’- eflì morendo lafciarono loro ftampire. Perche legge di gente Bai bara, ma non punto Barba- refca fù quella de’popoli Rifei , la qual co- mandaua, che chiunque perle prodezze de’- fuoi hauelfe alcuna dignità «tenuta , fude di eda fpogliato , e ragguagliato à gli altri plebei, fe il merito del viuo alia qualicà dc’roocti non rjfpondeua. Appocta( egli è vero ) auttorità iinomede’progenicocia'fuccedori, che coruj honorace opere vanno loro imitando . Ac- crefce (noinego ) alla virtù de'figliuoli ornamento la gloriofa vita de padri . Aggiu- ene ( il confedo)lume allo fplendorc de'di- Icendcnti il chiaro lampo dc’maggiori. Ma vile , e mefehina ambinone,gonfiarti delle dqci non fue . Vano , e ridicelo vanto pregiati! di merito (tramerò . Indegno, Se indebito tetto , dcii’altrui gloria infupetbice. Procuranoa- dunque de’vecchi fregi delle famiglie folamen* te arricchirti coloro, che de'proprj fono in cut*