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Diceria I. 27

imperiosa risiede una maestà veneranda, la cui fronte non china; ma sublime si solleva verso le stelle. Le fiere lo temono, gli elementi lo servono, la Natura gli sottogiace. Omnia subiecisti sub pedibus eius. Prende l’immense Balene, ritiene i veloci Delfini, doma gli smisurati Elefanti, soggioga i feroci Leoni, imbriglia i superbi Destrieri, imprigiona l’Aquile altiere, e le vipere istesse implacabili, e gli Aspidi inhumani, e rigorosi addomestica. Felice lui, se havesse così saputo signoreggiare, e tenere à freno i propri appetiti, serbando intiero l’habito innocente della original giustitia, come fatto della plebe de’ rettili, de’ volatili, e de’ quadrupedi eccelso Rè, fù scelto à possedere libero lo scettro; & assoluta la signoria di tutte quante le cose sottolunari. Dominamini piscibus maris, et volatilibus cœli et cunctis animantibus, quæ moventur super terram. Chi vuol notare la sovrana eccellenza, e nobiltà di questo humano sembiante, osservi, che nella creatione degli altri animali Iddio comanda agli elementi, che producano; ma nella creatione dell'huomo impone à se medesimo che faccia: in quella non assegna ad alcuna specie luogo particolare; ma in questa pianta apposta il Paradiso delle delitie; in quella dà la forma à i corpi, & all’anime in un medesimo tempo; ma in questa forma prima il corpo, & poi l’informa dell’anima; in quella basta senza consigliarsi semplicemente ordinare; ma in questa chiama prima à consiglio, non dico gli Angioli, come affermano gli Hebrei, non le misure, ovvero Idee delle cose, come vogliono i Cabalisti; ma tutte, & trè le persone della propria divinità. Faciamus hominem ad imaginem, et simili-