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j4* U Cutoi perdono la viuezza ; Quella d’?na ftabile (coltura, la cui dureuolezza concorre con l’eternità. Sparifconole corone,e gli fcetrri; Sua- nifcono gl’imperi, e le monarchie: Mancano le palme , e i trionfi ; Padano le mitre, e le porpore; nèpoffono, ncdeono diritramenre chiamarli noftre quelle cofe , che dependono da gli altrui fatti. La virtù fola sì come quella, chehàlefuc radici fitte tenacemente nell’anima , può, e dee à buona equità dirli proprio acquilo dell’huomo. A quefta nì'.Forruna , che la ruota di tutti gli amicnimenti inferiori a fuo feno rolge, e riuolge ; nè Tempo , che le più dure, e durenoli materie rode , e d nori; nè Morte , che di tutte le create cofe trionfa , pof- fòno offtfa , ò danno recar giamai. Imperoche Morte, Tempo, e Fortuna folo fopra i fuggetti baffi podonoedercirare la lor podanza , ma ne’ fourani del Cielof che Cielo è quello , di cui fe- nelloj podanza non hanno , ò fignoria alcuna . In capo delle fini ( fe gioua à dirne il vero) 1’ huomo dali’huomoè generato, e la terra madre commune à tutti diede vna forma forni- gliante, onde nulla habbiamo in noi di proprio , ò fingolare, le non quanto noi ftedici rendiamo col ben viuere dalla turba ignobile differenti. Nè Iddio di diuerfa qualità com> pofei corpi, ò l’vna anima creò più nobile , e (ignoriledell’altra; ma tutti fiamo rampolli d^vn ceppo, tutti riuoli d’vna fonte; nè flato fi rittoua in terra tanto eminente, che ( fe la prima origine fi ricerca ) non tragga di baf- ù, e debole deriuanza i progredì fuoi. Ecco due frà gli altri principalidimi, e famofidirai « L’rno diuifotc de gli /patjofi Gonfiai dell'A-