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Diceria III. 547 Conciotta cofa , che quella materia foggiaceli fempre alla fua forma , la quale in guifa la rende fatolla , e perfetta , che d'altra contraria, ò migliore ogni defiderio le toglie, onde_» non effe ndole dato d'altra petfettione appetito, potenza, ò priuatione alcuna ritenere non_j può . Il che non auuiene nella incostanza del» le cole caduche, la cai materia , percioche d’altra forma d fempre auida, non potfiedemaivn medefimo (lato perfettamente , ma i quando à quando cangiandoti,diuiene fornire delle vicende . Vienci nella pitriflìma , e finitlìma materia di qaeflo cielo la integrità , e fcbictrezza della votlra nobiltà rapprefentata , nobiliffi- miCaualieri . Non tratto foto di quella della ftirpe, già da voi nelTetlere alfunti à quetto cielo , e per fede di fcritturc efficaci , e per teftimonianze di bocche aurtoreuoli à baldanza comprouata . Ma parto di quella , ch«_» confitte nel proprio valore, quella, che è vera,e legitima figliuola della Virtù ; quella ,chepaf- fando da’ »oftri in roi concorfo non interrotto, quafi con leggiadra catena al retaggio de' beni la conformità de' cottami congiunge . La prima ottiene il luogo , che tengono nella pianta le fronde, & i fiori, 1 quali ad ogni foffio^di venticello fi difpergono ; la feconda podìede la bellezza delle fratta, e la fermezza del tronco, eh’ arricchisce la fecondità dell’Autunno .ed* fprezza l'impeto de gli Aquiloni. L’vna fi ratio- •miglia alle incroftatnrede’ rempli , tardate di mofaico,e di Smalto,l’altra alle colonne di mar- mo,e di porfido,Sopra cui la foma di tutta la fa- bnca fi ripofa . Q»ella èà guifad’»na vaga dipintura , i cui colori io breue, ó a luogo andare P 6 per-