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540 I I C i e ia). fca'a della fua flirpe^-Stirpe , dal cui fecondo ieno, non altrimenti , che dall’aureo ramo di Cuma foleuano germogliar Tempre pretiofi virgulti, è fempre rampollato certo, e con- tinouato ordine d’inuittidìmi Heroi , e di glo* rioGCfimi Prencipi, Ma Prencipe ( ragiono folamenre di C A R. L O J in cui- sì come nella doppia faccia di Giano quinci la vecchiezza , e qumdi la giouentù s'accoppiauano , cosi di nobiltà antica, e di virtù moderna quafii rn_j gemino moftro s’innefta mirabilmente . Im* petoche non contento egli di quel bene , che dalla Natura ottenuto haueua in dono, inge- gnoffi dall’arte alrro nuouo procacciacene per acquilo ; nè badandogli di riceuere lo fcettro, col teftamento, s’egli noi fofteneua col proprio valore , volfc pallando dalla coro* na all’elmo, dal trono alla fella, dalla reggia alla tenda, e dalla lance alla lancia, a titolo di Prencipe , ch’è titolo di Fortuna , aggiugnere titolo di Guerriero,et’è titolo di Virrtì. Prencipe, ch’apptefe prima à reggere fe ftelìo , ch’à go* uernare altrui , & imparò ad edere non meno delle proprie paflroni Signore, di quel, che fi fuffe de’ foggetti Prencipe , che l’afficeuolezza con la grauità accompagnò , la giurtitia con la clemenza,ondeparueinsè hauerele due qualità del fuoco congiunte , l’atfurantl punire , la luce nel premiare. Prencipe, che nondieda maicirtigo per isfogamento di vendetta priua- ta.nè porle mai dono perdifegno d’vtilità particolare; ma l’vno edeguì con giudicio incorrotto dall'odio , & l’altro compartì con larghezza incontaminata dall’interelle. Prencipe, ■ che non fi piegò mai à perdono per mandarne* im-