Pagina:Le dicerie sacre.djvu/334

D i ce r i a 11. jz; to di lugubre grainaglia, neH’ettequic dei filò Signore rapprefenta dolore,e mcft:t:a, qaal’al- legcczza fi trouetà nel mio fpirito.si che fegua la traccia del fuo dire fenza cfler impedito da lagrime.interrotto da fofpiri, fofifogato da fin- ghiozzi ? Conut rfi funi nupti« in lucium, & vox Mu/ìcornm m lamtntttm. C'fjauit gladi- um lympanorumfluituitfonitus conticuit dulcedo ciibart, E poiché la Cererà, e la Sampogna tacciono , non debbo io il mio noiofo parlarr oltre il doucrc citando innanzi, rendermi à tanta humanirà ingiuriofo .Troppo lungamente con la mia importuna Mufica, tì è più di ftrepiro piena , che d’armonia , hò quelle nobiliflime orecchie tenore à bada. Onde poi che hò(fecondo le promette) fatto vede» rejnel Mufico Theorica,e Prattica;nella Mufica Aria,e Parole; e eoo le Parole al fuouo delle fette canne ^ofto fine, farò ammutir quella Fiftula^ion già(Sereniffìmo Sire) perche il fiato della voftra benignità mi manchi, ma per mancamento di forze , la cm debolezza alla ^ prontezza del mio affetto, & alla corretta del aroftro fauorc non corrifpoade, IL FINE,