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Dichbta TI. jij quel canto paftorale dite il Poeta , ,, E‘ inuiio frocijfittthtr Olimpi. Ex io, qnod diti inuitus abfctflit ( efpone il Comment.' torejcè’ ex eo,quod ni mio audiendi dejìdirio vt/pir txorius tfl ; Puofli molto meglio del canto di Chrifto dite , delia cui armonia par che inuaghita la Notte, accelerando intempeftiuamente ileorfo, anticipi la fua_> venuta nell'Orizonte, e cosi rifponda quafi in vn pieno choro infieme con tutte le cofe create al tenore del fuo cantare. Mentre in Panno- nia fotto Tiberio Imperatore mtlitaua l'eller- citoRomano, veggendo all’improuifo inec- clillarfi la Luna , e penfando ( troppo fempli* ce,e credulo)ch’ella patite, prefero, conio ftrepirodell’atrai, col concento delle trombe, c col fuono delle cornamufe come à volere al* legerire il dolore. Tanto par, che auuenga in quefta roiferabile ofeurità , non d>co in quella del Sole naturale , ancorché à tutto il mondo , e fpecialmente à Dionigi Areopagita_j , ftrana, formidabile, e moftruofa ; ma in quella del fopranaturale , e fopracclcfte Sole, la cui penofa,e terribile ecdifle è in guifa dalle creature tutte compatita, che quali di confolarlo, ò d’aiutarlo bramofe, d’ogn’ intorno gli ap* plaudono per pietà. E la tetra infin dal centro crollandoli, e le pietre l'vna contro l'altra battendoli, par, che vogliano appunto formar quel plaufo.e quel dibattito,che con le percofle delle palme foleua anticamente farli ns’thea- tri, doue Mufiche fi rapprefenrauano. I quali plauft erano anche efli muficali ,e fatti per arte armonica, si che faceuano d'vn romore benedico . e concorde rifonar dolciflimamente tutto 0 6 il