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Diceria IL 191 luo compagno , il quale sì per la fua poca con- tririone.come per l’altre cagioni fecrete, & all' hnrnano ingegno incognite, non mi piace di conuertire. Qviabodie. Hoggihoggi, in_j quedo giorno ( fe giorno fi può dire, doue mezo giorno tramonta il Sole J in quello giorno appunto quando pnì fei immtrfo nell' Oceano delle fciagute. Mecum. Con la medefìma perfona mia , così ftratiara , come la vedi ; con colui, ch'ai prefente pende abietto, beffato ,c mortificato in quefto legno. iris in Parndifo. Dal patibolo al trono , dalla forca alla reggia, dalia morte al trionfo. Efe bene in effetto non afeenderò hoggial Cielo, douendo ancora fermarmi in tetra per molti giorni ; nondimeno i« noo mentirò , percioche doue ì il Verbo , ini è il Paradifo ; do«t è Iddio , mi è gloria, dout_# fon’io, iuiè felicità . Felicillìsio ladro, à cui dopò il mio eterno Padre hò intirizzate in Croce I: prime parale , e quafi di me lìdio dimenticatomi , anzi del a mia eara genitrice , da mtj più di me (tedio amata,c del più amato amico, hò roluto te à loro in quefta parte anteporre. Ma tempo ben parm),ch’elTì riceuano qualche conforto. Eccefiliustuus. Ecce muir tua. Ec ecco il fuono della terza canna , e quefta è pur Mmfica d'Amore . Ma, ò Signore,tu allegrezza degli Angioli, tu,che giàcoutanta pietà con- folalti la madre vedoua quando piangeua h . morte dcH’vuigenito di Naitio,Mulier noli fle. re, come hora alla tua con parole così pocoà prima *ifta amorevoli porgi dura occafionc^ di maggior pianto! E, ebe ftrano modo di coufolare è quefto ? Chiamarla donna, proue- dcrla d’vn'akro figlio, e prillare di qoella r», N 1 gio;