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Diceria II. i$f fangne, che chiama pietà fia più efficace teco di quello d'A belle, che gridaua vendetta . L’ignoranza fuole fcufate i delinquenti. Se l'humana natura è fconofcente.la mia duina uaura è fco- nofciuta , perche ntfciunt quid. E quefta non sò s’io mi dica Oratione , ò Mufica , Ai di tanta forza , che non altra cofa ( s'io mal non giudico) diede allaconucrfìone del Ladrone la (pinta ; il qual ( per mio credere ) (ìnpido , Se attonito à bontà così infolita , ftraordinaria , e fo- pr,maturale , com’è l’eflere vfficiofo per gl’inimici nel colmo delle villanie , e degli affronti » fubito ne tira la domita in confeguenza, ej muouefi à chiedergli parte nel fi» reame , on* de gli è rifporto. Hodie mccum (rii in Para- Ufo . E quefta è Ja feconda canna della Sam- pogna, la feconda Parola della Mufica diChri* Do, Parola non meno amorofa , che la prima . H mi fero ladro non gli chiede, ch’vna iempji- ce rimembranza futura, e ne riceue in dono la beatitudine prefente . O amore fmifurato , fmoderato , fourabbondante , fouraecceden* te ! Mtnfuram bonam, & confcrtam, & cox- fupirtjflutntim . Che diretti Ifaia, tu che già vederti quefto fommo Re di gloria frà gli Àngioli in trono ? Che ne direfti tu Pietro , che lo redefti pieno di luce , e di maeftà fràHelia, e Mosi ? Ahi guanto vi paricbbe_» differente Spettacolo narrarlo hora in Croce frà due ladri federati pallonaro , e pendente. Ma con licenza di Paolo , che dille. Non r«- finam arbitratus tfl, Non fenza cagione, ( e peidonami vn tanto ardimento ò Signore) dico io, che ciò t’ausiene. E fedi propria bocca tu fteflo alla Coorte parlando,quefto tuo-