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Diceria I T. »? f quefta vifione l’eleganza della facondia, e dcF* la dottrina platonica ptonodicando E del no* (irò Ct»no,che prefag i j. Hie trat magnus & filini a! affi mi vocabìturp he progredì? Putr te- (ut profictebat fapiemia & Mare,& gratta a- pud Deumfo bcmsntstchz volotCrrm exalia- utritisfiliù hommit'tunc eognoftetis, quia eg* fnmlche armonia >l-»tir ignofet illis, quia feiunt quid fuciunr.l'i Cigno fù ftel Ufirato trà ìeimagmi del offe; Mi quedo è C ’g no ,è Signore delle delle del celo- Et è da norare.chefsi co- me ha tino o (Vernato gli Adronomi ) nella ima- gine di Cigno hà cmqoe delle fegnabte fri l“- alcre.Ie quali fono m tal manier ; finiate per diritto, e pertrauerfo, che formano Tiiaquadca- turadrcioce. Chi vide mai più bella analogia di quella , chi- trà quel Cigno celefte, e qticfto Cigno foprac; lede fi t roua ilqwl i fregiato di cinque purpuree rtellc>(ma cedano pur le delle allo fplendore delle fue piaghe Jfhifsene anch'egli in vna croce Jikeforc quella croce idefsa farà pare alla fine ancfi'ellaf^ià *f I d ifi 'O quando della Cererà l'O. fto ragionai)afsii'ita , «_> trafporrara trà le più chare delle del celo. Furono i Cigni da Horatio elvamati purpurei_ t>Purpurets ales clcribus _ Come , e perche quedo colore fia dato afsf- gnato al Cigno,non. fia al prefcnte m a cura di ricercare . Alcuni intendono per bianco. Altri l’interprcrò per he Ho. Baderà fapere,ch’el- la è maniera di parlar figurar», c poetico, non però nuoaa;ò inufirata nelle Senti ore idefsej „ poiché difse anche Geremia. Catididiorts Nazari» eius niut, nitiiitrtt latte , rubìeundin- tts ebore antique ? Ma io per me non vecg*