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Diceria II. t7; foltio d’accoftarmi alTvJcima, e prineipalcir- coftinza Ji quefta Muli» Tanca . Già della voce parmi.che fi fia fin qui ragionato à fufficien- za; Ma fe vogliamo Tenza ammofità filofofarne il vero.chi non sà,che la voce indirti ma, inarticolata, e nulla lignificante, da per Te ftefla è itn- perfeita?ncfi può con buona ragione dir Mufi- ca,ma p’ù torto vlulato fermo,quella,che Tenza confiderai eTpreftione di parole, e di concetto rimbomba . Non bà dubbio, che’) vero concento fi forma di fuono, c di voce. Il Tuono è Tp rito Tenfibile , cioè qualità , che per l'vdito fi comprende quanto T aere fi muoue, e fpczza trà due corpi infieme battuti, e Te bene Tenza 1* aere non può fùfliftere, non è peto della natura dell’aere . La voce è Tuono , e fpirito animato, cioè aere viuificato dail’anima Tenfitiua , mandata Tuora dalla bocca dell'animale, quando gli ftromenti naturali fi percuotono infieme, & ef- fo aere per Io mouimenro della lingua nella_j gola , e nel palato fi riuetbera Ma la parola i fpirito informato di Tuono , e di voce , non però Tenza d'ftintione, e fignific inza formato , e quindi procede il canto armonco, e'I concento mulicale , il quale dalla Tantafia, e dal cuo- re Tpiccandofi, c con l’aere rotto, e temperato toccandolo fpirito humano, e (eco l'affetto dello delfoCaniore incerto modo portando, viene altresì à Tcrire fin ne" più profondi Teoreti l'affetto dell'vditore, i cui fpiriti Tcorrendo tutti allo fpirito Tenfibile, che nceue il Tuono, cef- làno quafi da ogni operatione quando l’odono . Parole adunque Tono neceflarie alla Mu- fica , onde tempo mi pare da far paffagg o ( sì tome l’ordine richiede ) all' eftreinocapo del M 4 tuo