Pagina:Le dicerie sacre.djvu/254

Diceria II. 14; del noftro gran Cantore? Mentre l’Hebreo fuo fratello quanto alia carne , ad litro non è in• tento,ch’ad arrotare 1 ferri, chcg.i (tracciano lemébra, egli aprono le vene egli d'altra parte trà le due percoli; di quegli ord’iii lonoiiin altro non ftud a che in med tar verfì, & in accordar paliaggi per far numerofo il concento fuo. In pruni 1 ,& in malleu frmxujt t’iud , djccualfaia. Ai fuono dell’altrui grsuiflìmej martellate. Predo le damme delia (ua cocctillì- ma carità prende egli à formare quefta Mufica miracolofa l1 che però molto roefrto-fù elpref- fodopò lui da Salomone , Sic fabtr ferrarius ftitns iuxta incuter» & confiderà»! opusfer- ri vapor igni* vrtt carnet eius > E eh: p i’? Vox moliti inocuat aura eius E doue fti? In calori fornaci: .E che cofa f1! Concertatur. Fabric* vn cencerroftupendo di madnali, e A mottetti,e trahendo dal difordme numero , dall'amaritudine dolcezza, dalla didonanza proportione ,e dallo ftrepitoarmonia .rapifce ad afcol- tarlo la terra, e’I Cielo Sono anche »ergogno- fi queftì ftromenti ; ma quanto fono più vili , Canto più gloriofo ne riporta il noilro MuG- co l’honorc . Venne ( nfcr fee Luciano ) a' giuochi Pitbij vn certo Talentino detto E- uangelo , nè confidandoG d’entrar nel certa, me della Lutta , come colui, che nè di lena , né di deftrezza G fentiua fornito à ba danza; cond- gliato dalla propria audacia , fi perfu <fe di poter con la celerà , eco! canto ottener facilmcn- teil premio propofto. Giunto adunque coflui in Delfo tutto gondo di fafto, con velia intorno fregiata di ptetioG riccami , con corona j io cella di foglie di lauro indorate , e con cc- L j cera