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la gentilezza de'tratti rancida alla bizarria de* concetti, la fierezza fi accoppi del pari con la dolcezza , & l'artificio fi congiunga ?gual* mente con la leggiadria . Ma qual Pittore fti giamai tanto raro,che quelle cote tutte, & eoa amore adempiile, & con felicità pratticalTe, f; non folo Iddio, di cui fi dice: Dei perfettafuni «per* t Et ecco, ch’à lui folo pofsono ragione* uolmcnce conuenire quelle parole da me poco dianzi ricordate. Vigilia fua ftrdcit opris, poi* che l’opere fue fole hanno intiera, & Suprema rerfettione. Hà voluto adunque, hà Caputo, 8c i flato tèmpre folito Iddio di dipingere , Se ( fi come nella fu» Sacra Cofmopea canta il gran Cronifta Mose) hà nella creatione dell'. Vniueifo varie, & d uerfe marauiglie dipinte. Incominciò in prima à far paefi, quando dille* fe l'aria, fofpefe il fuoco, ragunò Tacque, fondò la terra , Spianò le campagne , incurvò le montagne, iiic.mò le valli, condensò le felue, raccolte i fonti, difciolfe i fiumi, dilatò i laghi, & in fomma dipinte quante in sècontiene_> quella gran machiha vniacrfale. Et quali delirio di luoghi d letteuoli offerfe giamai qua* dro Fiamingo all’altrui villa con vaghezza d’inganno, ch'aSsai meglio con verità reale non Pefpong?. àgi'occhi notiti quello imme- fo, & piaceuole teatro del mondo } O chi è che non comprenda eSserc il tutto miSurato,& lineato da quel pennello incomparabile • Vii tr*s quando ponebam fundament* terrt ? in. dica mihi,fihabts inte!le&nm , quii pofuit mtnfuras firn fi no flit vel tjuis tttendit fuptr etm lineami Dìlettofsì tal fiora di far grotte), che, formando tanta yaiictà d’animali, par[C tet-

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