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Diceria II. uf lo So peccatore, tirato dalla occulta forza della d uina parola, dal fonilo de'vitij fi rifcuote, t_> mentre dura la viua voce del Dicitore, s’intene- rifce, contempla, fofpira, piagne la padione del Rè del Cie!o:ma paflato quel bieue tempo,va a ricadere nel primo Letargo, e fi di bel nuoua ritorno all’habito antico. Et tris qua/i carnuti muCtcumfìttetifuaui,dultique fono cmitur,& audii nt veri a tu*,f&> non facitnt e». Hor non fu il meglio più tofttf,quali rna Eco confonate, à quefta bella armonia concordeoolmentc ri* fpondere; Sì sì.arreniaci al configlio del Profeta Ifaia , ilqtiaj ci dà il modo come dobbiamo iru* qoefta fìnfònia edercirarci.Sww/f ubi titharam, tiretti finitala» mtrttrix oblivioni tradita , tanejbtnt caneyfrtquita cimticum.htHWis. peccatrice, Peccatrice lconofcente.che di tante gra- rie dal tuo benefattore ticeuute ti fei feordata . Mulitr oblivioni tradita . Lafcia fioggimai di fonare cotefti ftromenti diabolici,che ti fino di- fpiaceuole al Cielo.Non più MuSìche vane,non più diletti temporali. Cantò la fiuolofa Grecia, ebe Minerua Specchiandoli vn giorno in limpi. da fontana mentre fonaua la fidala , & vedendoli in quell’atto (conciamente gonfia la guancia, venne in tanta confusione di fe fteda; ch*j la fpezzò. Mirati,ò Anima, dentro il viuo fonte di quel fangue puro.ouero nello Specchio della propria cogmtioae, & vedrai quanto bruirà , e dfforme ti fà la Sampogna , che ti dà il Dia. nolo a Sonare. Se fei prudente, vergognati; Se vùoi piacere al tuo vero Amante, rompila, per* cioche da Dio Sono abominati si fatti Suoni , Càticalyrt tua non audiam.Sonitus cythxrari 'muri ni ahditiHr, Volgiti più tofto atta Sirin, K 4 g*