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Diceria II. 109 li: perfuadeua la manfuetudine agl’iracondi , la mortificano ne à i carnali: diftruggea le tua* chine della diabolica maliria , atterrali» gl’idoli della vanità mondana, i buoni Tene partiuano coufblati.gli federati fi rifolueuano al pentirne* to ■ e tinalmeate con vn concento non mcn potente , che (oaue , p'antaua, e feminaiu per tutti 1 petti frutti degni di vita eterna . Vox tu» dulcis tfl. Fù chi poco credibilmente difTe ,che le Cavalle del Tago allo fofpirar di Fanonio concepifcono, e partorifcono. La quale opinione fù da altri trasfrrira à gli Auoltoi . Da altti alle Tigri. Deh quanto meglio, e più vero detto haurebbono, e più ageuolmt-Qte haurebbo-' no altrui perfuafo, che l’anime nceuendo il fiato della parola del Verbo eterno .d’alTai più puro Zefiro grauide, btuauo auidamenic 1 femi della fua fécoydillìma facondia ? Qual ma ralligna poi fe la calci l’incalzaua, le tuibe gli ap- plaudeuano, 1 popoli tumultuauano ì Turbi tt comprimimi. Cùm turbi irrutrtai inltfum vt AUdirtnt illurn. Stqutbalur tur» multila d» magna. Tea munJm temi turrit po/l illum. Corninola tfl vniutrf,« [tittitMt'dittns, quis tfl hit , quit tfl hit f E con le vedi , e con gli vliui , eco’clamori locelebrauino come Rèi Htfunna filit Dauid , btntdiUus qui vtnit in nemint Domini hofanna . Virtù ftupen- da di quella d>u na voce , che haueua in_j lì , & il miele , Se il latte, Se l’oro, & la ca-] lamica, & la catena , e la fertilità ,e la di- umici, e la Mufica . Onde giudicate vai fe_* puodì ragioneuolmcnce dire . Vox tua dultit tfl. Ma fe dolce, e foaue in tutto il corfo della fra vita fù la voce di Chriflo, dolcifSma, e fo*z