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Diceria II, i9r chiaro dà hoggi à diuederlo il nollro rii lì: co P»n , il qual sù l'auene di quella fua Sirin«i_j , Don con altra, clic con quella fanttflima bocca ,compone Muficamaranigliofa . l'attcìiaà | la canna, la qujl gonfia dello fpiriro , clic dai ’ petto G trahe , porta il fiato alla gola . Mi lo lingua (s’ioiual noli giudico) adempie i’vffiei® della mano, la qual chiudendo, & aprendo alternamente i forami della fiftula , varia , e di- ftingue led ffcrenzedcl fuono , con tanto più di marauiglia, quanto il Tuono di quella nulla fignificante molce folcii difuori dcll'orecchie, ma l’armonia di quella diletta inter oimente_» l’animo con l’elpredione de’coticem . Più. Tutta la bocca nel didentro , che altro è, ch’vn’ animata Lira , doue in vece di corde fono i denti, che perciò modulatoti, e M oderatori della voce fono fi mati ? talché s’ alcuno pei furcu- neuole accidente ne cade ( ilchc fuolc minimamente a’vecchi atuiemre ) la fperienza dimo- ftra, che la yoecToppca , e vacilla; ladou«_» qualhora à.quelli ben’ acccrdati.nerui l’aria fi (pigne , e fi rompf , tutta quanta la bocca nej freme, e rifuona. Ma qual’è il plettro , con_j cui la Mtifica : mentre percuota le corde di quella Lira (e non la lingua ! plettro fonoro, dalle oui percolfe (per au fo tanto di F lofoiì .quanto di Teologi antichi, dolciflìmo , c giocondi!!!* mo fuono fi forma). Qnefla è quella vera teilu- dme, la cui virtù lermaua i fiumi, e tap.ua gli alberi, e i falli . Ccn queflo Mercurio gli huo- mmi feroci rcndeue manfueti, e i fcluaggi co. fiumi, e i riti baibari rdulfe à vita ciuile. Cottiti non finto , e falfo Idd o della eloquenza—!; Come fognaua l’aucchicà , ma huome verace- hish-