Pagina:Le dicerie sacre.djvu/198

Diceria II. iS? e pretta ad efler vedati,perch’egli col mezo di quefta foauilTima miniera della ragione , e della volontà polla ciò,che uel cuore , c nell'incel- le:tofi chiude,fenfatamente fpiegare. Ma non fi tolga intanto la fua patte alla lingua , la qual (enza dubbio frà tutti gli ttromeiHi, che nella detta officina & (cibano, ritiene il Piencipato. la que(la,oltre l'vfo, che poflìede del parlare, i collocata la fede del Gutto, tribunale (upremo delle vivande, e delle beuande , ond’ella con la dittinta cogmtione di tutti i fapori, efferata di effi il giudicio, c dà U Temenza in modo , che_» fecondo ri fuo arbitrio i cibi, che ci nutrtfcoue. Se i licori, che c'innaffiano , fe non piace ono à lei, fono dallo ftomaco , e dalla bocca rifiutati; ni alimento alcun» cotta in noi, che quetta_j giuditiofa credenziera non ne faccia prima il faggio; Indi eftenuandoil cibo , macinandolo , e col Tuo veloce moto fra denti agitandolo t 10 manda finalmente à concuocere. Tuttavia 11 principale vfficio fuo , e la fua più nobil dote non fi può negare , che peculiarmente non fia (ormar d’aria la voce, trasformar la voce in parole^ le parole informar d’armonia . Impero* che ella lo fpitito da’penetralidel petto fmode- ratamente fofpinto,termina, aggiufta, e mifura, • quali artifìciofo ftile d’egregio dipintore , di quello fpitito abbozza prima rozamente la vo- ce,indi la voce ia perfette,& articolate note di- flingne.Alla qual cofa fare,accioche ella potette per entro la bocca di sù, e di giù, e da quello, e da quell’ altro lato muouerfi acconciamentu , in modo tale larga, tenera , mobile, volubile-», e picgheuok fu prodotta dalla Natura, che.» di larghezza, di tenerezza, edimobiltà (data