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T<4 LÀ M V S I « A l’olmo con la vite , la fmihce con la fpina , I'. liciterà con la quercia , mi quella altresì, con cui c le piante , e 1’ herbe , e i fiori, e le radici feruonoal foftegno , &al conferuamento del mondo. Indi trattando di quelli, ch'olire l’ef- fere, c’1 crefcete , hanno il fentire, dimoftrare come , mentre il Lufigmiolo gartifee , e la Lo- dolattrelira , 5: il l'appagallo fquimfce , & il Coruo crocita , e la Cornacchia gracchia. & il Cucco cuccoueggia, e cantando il Gallo , o coccolando la Chiocchia , e pigolando il Polci- no, e miagolando il Gatto, & abbaiandoti Ca* ne ; e col ruggito il Leone, e col-muggito il Tc^ ro, e col grugnito il Cinghiali, e con l’vlulato il Lupo,e col baiato l’AgnelIa,&il Causilo non pur col nitrito, ma cou l’i nnafpar della braccia, e col leuar delle zampe, e col battere à tempo), e minatamente il terreno, altro tutti non fan. no , che tener bordone à quello publico concento . Anzi non folo gli vccelli nell’aria, c le fiere nella terra, ma nell’acqua i pefei, tuttoché per natura fien mutoli, pure m quefta Mufica commune, fe non altro, fanno almeno la parte del Tacet ; e quella facoltà , che in fe (ledi non hanno , da altrui esercitata fi dilettano fom- marne nte d'afcoltare , sì come il cafo memorabile d’Arìone ce ne può rendere apeitidima fede . Ma la plebe di quefte crea-ure vili,& ignobili tralafciando, folo à qaell'ammal nobilillì- mo mi riuolgo, il quale per vltimo grado à tutte le fudette doti aggiugtte la virtù dell’ intendere. E poiché già del Microcofmo fi è detto' à baftanza , paiTar’ anche del Microcofmo a_j far parole nonfidoutà difconueniie, di cui, come di materia appartenente «ilo flato noftro,