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rrRA Pene me vt fignaculum Juptr cer tunm . Bel- ; la certo (fe debbo credere à chi ne fcr/ue J fu la prima origine della Pittura , di cui fouuiemmi ! uaurr letto , che l’inuentore fu Amore ; Percio- che Itcenrandofi dalla fua Donna rn’Amanre_j neN'virinia notte de'fooi trallulli per andar ló- | (ano, & volendo di fe lafciarle qualche ricordo difegnò la fua effigie rozamente nel muro,con- I cornata sii l'ombra del proprio Carpo al refleC fo della candela . Et co/i fcce il noilro celefte_j Vago, che in queU’cftrcnio , écdolorofo commiato cou volle da noi allontanar/i fenza la- j feiarr in Pittura alla noftra memoria vna dolce rimembranza di fe fte/To,Pittura non roza_v,1 ma perfetta ; fatta all'ombra notturna d'vm . morte bombile,& tenebrofa.ma formata al lume ardente della fua infinita fapienza , & della fua fuifcerati carità , là aoue gli Arali d’Amore fecero vfficio di pennelli,poich’alrro ch’amoro, fe faette non furono già que’fantillìmi chiodi , che lo trafilfero in croce.Coli della propria ima- gine.ò più rollo di quella cb’egli portaua flapa, ta nel cuore, aozi del cuore ifleilo nella imagi, ne rapprcsaato ci fcce vn g Stiliffimo dono.Cor fuum dabit in fimi', itu dini picìur<e, & vigilia /ha perfidi opus E' >ersmente con ragione pud dir(ì,ch'Iddiocihabb:a il proprio cuore donato donandoci la fomiglàza di quello ritratto satoj Prodigalità, che daua molto da marauigliare al paticciffinio amico di Dio, onde dicea.Quid e/i homo,qui » magnificai tù?»Hl quid appetii* erg» eù cor f*«;Qiiclcucfre hà donato Iddio all'huo. monche per le colpe dcH'huorno infih dal pria, cipiodel mòdo hebbe à dolerli tato. TaSus dolere eordii mtriuftcMS, Di quel cuore ad dolora*