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Diceria II. ifj Prencipe,& i fediii dc’Bc2tijla qual lolidirà non impedì fee però punto, che per quei fluido diafano la *oce poffa per rutto rifoiì.ire ; lidie con pace fia detto di coloro, i qual affermano quel fommo Cielo elfer di fuoco , daila fignificanza del vocabolo Greco argomentandolo . Alla quale opinione acconfenro ancor'>o , daDdogl t però con alcuni Thcologi p ù torto la qualità dello fplédore.che I* natili a cocente del fuoco. Quanto poi alla feconda circoftanza , potrebbe certamente dubitare, fc gli Angioli Gabbiano , ò non iiabb ano lingua d i cantare,c lodare il Creatore , quando l'Apoflolo in quella fopra- cddle fcuola dello Spirito Sanro aromaertratoj & al fuptemo Conciftoro di quell’alrtflima Màlica rapito , nondrcciJe apertimente . Silirt- guis hominum loquar, & Angelotum. E non haucfl* detto DaHÌd , Mutilò qutrebant Angeli, quii tfi tfte, qui vtnit de Eden ! E Ifaia, Duo Seraphin tlamabant alter ad ulterum— E Gionanni.f'irf» alttrum Angelum, Ó' tln, tntnit qu/tluor Angeli!. Hinno adunque gli Angioli la lor lingua , con cui foto benedicendo Iddio ferapre nuoui hinni compongono J gloria fila ; ma anche tra fe fleffi, & à noi ral- uolta ragionano . Sepcròquefo) cotal ragio- namento 116 per fuono vocale fi fàccia,ma nno- uo,concetto formando incoiai,.*cui faaellaaoj onde la lor lingna non fia.fe non vna riuelatio- ne, e fignifìcanza di penfierijouero vna ma- nifeftatione , edimortranzadellecofr da loro inrefe , e conofcinte, non in’importa per hora difputate. Bartami.che quello flrotnentofqaal fi fia) col cni mezo afTat meg’io, che per fenft- bil voce s'cfprinKffe , fi communica , e dà G / adì