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1 £ t RI * II. J f I lo Spìrito fanto fpirato, de’quali quantunque eiafcuno habbia voce , e tuono differente in- quanto alla pei fona ; formano però tutti infie. me vni Mufica mcfplicabile d’inufibile v, nione . Dirò folo, chr quello fòmmo Protho- maeftro, inquanto creatore, difpofitore,gouer- natore,eeonferuatore del tutto,inquanto il tutto regge,e foftenta,inquanto dà regola, e mifu- taà tutte le cofe , & è delle cofe tutte cagione tffcttrice.e finale,non hà dubbio,«he infonde lo fpirito della concordia in tutti gli altri Mondi inferiori in modo, che l’vno all'altro ( come vedremo ) con canore voci di vita , econfoa- mflima proportione rifpond;. Ceciato,&Ut- mtn ege i triple», d.fs’egli per Geremia Profèta. Tteus tft in quo vittimai, moutmur, & fumai, difle di lui Paolo A portolo . E quello fpirito a- gitante, e nutritiuo, che viue per entro tutta la mole della Natura , fùda'Platonici Anima del mondo nomiuato.percioche viui£cando le nc- Ì5ra di qutfto immenfo corpo , e con atroonico groppo itìfiememente legandole , il concento dello (Iromento mondano rend^confonao- te. Ma percioche sì come vo si alto oggetto ee- jeede i noilri fentimenti, così ma si profondai /pecolatione fugge da'noflri inielletti, lafcian- do alle dotte lingue de’Dottori (acri d'*n tal difcorfolacura , me ne palio al Mondo intellettuale, ò Angelico, che dir vogliamo. E certo ( Sereniamo Sue ) fe quegli Spiriti celcfli , che Intelligenze appellano iThtoIogi noflri , furouoda Socrate predo Platone chiamari Sitene , folo petche della fonora machina del. le Sfere fono motori, io per me credo , e credo di credere il ?cro , che faccia ciafcun di G 4 elfi