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Diceria I. 7 tutto all’emula fua la boeca , &. è, che lo Rollo ottimo,& grandils. Iddio hà voluto più Pitto- rc.clie Scultoreffeconclo il modo del noftro intendere ) Junoftrarfi. Perche quando quella à quella altro vantaggio non port', balta ch’egli pet arricchir la fupelletile della fuaChiefa d’*n ineftimab.le arredo, bahbia lalciato in terra di fuo proprio pugno hiflonito non contint«_> materiali, & caduche,ma con colori immortali, & diuini quello drappo mifteriofo.di cui voi liete fatto dcpofìtario,Serem!limo Site. Vieta- uali da gl'antichi Romani fotto pena di perpetuo bando, che non potette alcuno Schiauo ef- fercitar la pittura , anzi in tanto honore era qu»lta protezione in quel fecolo, che gl'Impe- radori fupretni con quelle mani flette , con cui folteneuano gli feettti, & dauano le leggi ai mondo, non (I fdegnauano di trattare i pennelli, & di dare opera a’colori. Ma sì fatto co- fiome, fe ben in vna parte di quella diuina dipintura fi può dire etterfi ode riuso, poiché chi i'hà fatta è il Prencipe dell’Vniuerfo; nell’altra nondimeno par che fi fu rotta la legge,perciò, che quello iltefso Signore coli grande,auttore di sì bcH’opra,ri(hetto in catena d’Amore, fi è fatto Schiauo per noi. Exìn,%niuit [emctipfum fermain fimi accipiens. Hor quello Impera- dore feonofeiuto, quello Schiauo innamorato dipingendo in vna ftraordinaria guifà, hà (qr- mata vna imagine rara,& infolita,pegno fi caro, & teflimomo indelebile dell’amor fuo . Ritratto di fe delio, ch’egli voJfe ò donarcalla Chiefa fua come fpofo neU'vnirlì con la fpofa. Sponjabo te mihi infide : ò lafciare alla natura nollta come amante nel dipartirli dall' amata, ' A *, font

  • La PiT.