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Diceria II. 149 mcndo, ò della vauità , & apparenza del peccato . Per le quali cote afflitto, & addolorato Chri(lo,ecco,che forma , & mtefle da lette buc- ciooli vn muficale flromento, al cuifuono cantarmi deplora^ piagne il mal impiegata amor fuo.ela ma!u.igia ingratitudine noftra. E quinci verace fi conofcc la fentenza di colu^che dif- fe, à che'l vero maeftro della Mufica è Amore, ni altri di’Amore ia’nfegna altrui ; poiché non altro ffirito, ch’amorofo, detta al Sonatore di quella d uina Sampogna le fette bdliflìme, & affrrtuofilTìme canzonette, ch’egli hoggi fopra la Croce compone , e canta. Intorno alle quali dt uendo io diffondermi n ragionare , quaI’ot> dine prenderò in tanto difordine ? come potro trattar d'armonia . fe con iftupore del gran Fi- lofofo d’Areopagola Natura tutta è meda in confusone.Piaccia à te cclefle,e diuifìo Mufico, di regolare il mio ingegno, frodare la lingule rifehiarare la voce tanto,che ne’rochi ace&idella mia fauella b.ilba , c fcilmguata rifoni dolce- méte iltenote delle tue note.Ma concici acofa, che fopra fuggetto di Mufica habbi da verfarfì tutta l’hipotefi d.il ragionamento mio.faià bene ch’io ì gu fa d’accottoCantore,primi,che Kj alte,e diiare voci véga il mio canto a diftinguere, procuri có qualche bafsa,e sómefsa ricercataci difporre l’orecchie , e ptepatate l’animo alirw alla melodia,difeotiédo delle circoftàze di que- fte fette anjotofe canzoni,fopra lequali due capi da confiderare g’ud co poterli proporre: l'Aut- tore.e l’Operajil Cantore,c'l Canto; il Mufico,e la Mulica. Vedremo prima(SereifTlfimo Sire)co- me il Mufico fu eccclléce; Sécircmo poi quanto la Mulica lia foaue. £ dalla prima patte fenza G ) indù-