Pagina:Le dicerie sacre.djvu/156

Diceria IT. 147 Iddio. Faciamut hominem ad imapnent , O fimiliiudiatm no/lram . La caprignaèfigura della hum«nità , adombrata nel Capro emiliano,che quello era 11 defidetio della Spofa , Fiige dilecii mt, aflìmilare Capret. IJd'O de’Paflori fu Pan , 1 quali per la cura ch'egli haueuadi di- fcacoare i Lupi dalle gregge d’Arcadia , Liceo lo chiamarono ; e per quello iftefso nfpetroi Mendefi) , popoli dell’Egito, folcila na il Montone facrificargli . Et il Signor Notlro non è egli il Paflor de’Pattori, onde pur di sì medefi- mo parlando difle ; Fgt fum Paflor bonus, ccgnt{co oues meas,(j> cegnefcunt me me* ? E quante volte auernua egli icuftodi delle fu» » pecorelle . Cauete à f«t(is prephetit ,veninnt cairn io veftimtnth ouium, intrinfecus autem funi Lupi rapacesìK non Tappiamo noi.che tan. to rhumdtà di quella roza ,e femplice viragli piacque , che tt/Paflori volfe nafeere , & i Pa- ftori furono i primi, che voti gli porgefsero.c che con rufliche.ma diuote offerte l’adorafsero; E non è à tutti mamfedo, ch’egli nó folo del fa- orifìcio dell’Agnello fi compiacque .sìcome nel- l’r Itimi cena dimoftrò.ina egli iftefso facendoli vittima falutare,diuentò vn’Agnello innocente, & immacolato, e«le lo predicarono l’vno, e 1’ altro Giouannijll Battifla, Ecce Agnus dei,ecce qui totliipeccata mundi ; Il Vangelifta , A- gnMsflui cccìJhs e fi ab erigine mundi. Habbia- rno fin qui vedute tra Pan , c Chriflo le confa- ceuolezie tutte, & 1 paragoni conformi. Vuolfi hora vedere i’amorofo, e dolorofo (uccefso di quefio Pan . E cettiffima cofa è, ch'egli vinto dall'amore, ch'alia humana natura pottaua,e coppafsatQ di mille Arali il cuote,ptefe à fegui- G i tat- %