Pagina:Le dicerie sacre.djvu/146

H? tinta appunto in sù’l filo del mc^o giorno ejiiuo quando bà maggior for^a l'ar- fura del Sole .lidie certo fi verifica ancora in me, poiché sì come fù quefio dinoto Difcorfofolo del caldo di diurna carità concetto, e formato, co fi procede pii* dal cuore,che dalla lingua;! più mi muoue à pMicarlo affettuoso (pirite di ccmpu io. ne,che vana ambinone à’applaufo . Do- wà'Jel « {petunia non mi fcbernifce)e§tr da V. Altera noumeno con pronte^* accettato,che con bumanità gradito.tic farà forfè la Mufica di quejia importuna Cicala al fuo inuitto, e fempre inuincituie genitore per effer difpiaceuole, ancorché occupato nelle cure grani dello Stato,e negli affari importanti della guerraj !Poiché fe de’ "Prencipi parliamo , Epaminonda tra’Greci,e molti lmperad.tr<*’ Latini fi fono della Mufica dilettati ;efe de’Guerrieri, l’^ma^oni trattauanol’ armi alfuono de'calami-, & i Lacedemoni, e i Cretenft incitati da effa combatte- uano. Ricordo à V.Mte^à,cbe fe cipolla dona il Caduceo à Mercurio, Mercurio à rincontro non bà con che contra- cambiare il dono di jlpollone non con la Li?* . L’vno è firnula ero del Trendpe,l‘