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Diceria I. 1.1 j «Ti c(To compantc nel publico trionfo, gloriandoti più d’hauere intorno vn così fatto orna- hVtnto , che di quante altre pompe faccuano fupetbo l’apparato di quella fertiua folennità . Piegiateui molto più voi ò Carlo, fatto pof- fe(7or di quel ricchitlimo manto, cheveftìla carne del Monarca dell’Vniuerfo. Nè fatto ,ò fplendore alcuno delle voftre profpere fortune vi faccia tanto andare altiero quanto la verta di colui, che non d’*n Rè Indiano , ò d‘vn_j Perfiano, ma del Diauolo, e della Morte fù vincitore. Simili fauori appunto leggiamo,che Aleftandro figliuolo del Rè Antioco ficelfeà Gronata Pontefice de’Giudei, ilquale hauea_j rotto in campo Apolloiro Capitano di Demetrio. Mifu ci tpijicltim,purpurnm,& ceron»m «urtam . Et ecco gli honori, e le prerogatiue d i voi riceuute per la mano del gran donatore d’egoi bene. La Corona reale.eccoui va regno grande,antico, vnito,forte,armato,ricco,e be- ncuolo. L'Epiftola,cccoui i caratteri intagliati intorno alla roftra medaglia ; Lettera diurna, ambasciata Angelica Ave Gritia Piena . La Porpora , non vel difs’io , che la Sindone di Chrirto è il fuo manto purpureo; Vdiieciò, ch’egli d;ce in vno de’ fuoi dolci lamenti colà ■el 1 brode’Cantici. Tulcrunt mihipalìihm tncum cuftodts murorum. Pur come voglia dire Gmfcppe lafciò il mantello alla moglie.» di Pucfar: Giooauni abbandonò ri lenzuolo in mano de’ Satelliti . Martino patti col mendico la propria verta. A me è ftata tolta la più eira fpogfra-, -clic m’hauefs’io, e la mi hanno tolta i ctirtodi di quefte mura d’Italia,che pof- fedono il rcrragliodcll'Alpi,e volgono le chia. F ì ai 11< L A P I TT V R ^ ;