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4 La Pittura.

linee in vn corpo, dove non è se non larghezza, e lunghezza, rappresento all’occhio la terza dimensione, ch’è la grossezza? Io tengo il primo luogo (dice la Scultura) per cagione della difficoltà, rispetto alle molte vedute, ch’io son necessitata è dare alle statue mie tutte quante d’ogn’intorno spiccate; il che à te non avviene, ch’alle tue figure non dai, ch’un frontispicio solo; rispetto alla durezza della materia poco cedente, e arrendeuole; come i sassi, e i metalli che fono scabrosi, e pesanti: rispetto alla osservanza delle misure, le quali defraudar non si possono, sì come nelle dipinture, dove non è così pronta la prova, rispetto alla diligenza, poiche il dipintore può infinite volte cancellare, rifare, e distornare il fatto senza che niuno del suo difetto s’accorga: ma il marmoraio non può mai rappicare i pezzi donde gli leva, nè racconciare gli stroppi senza accusarsi per inetto; rispetto finalmente alla patienza, e perseveranza che nell’opere mie si ricerca, dove continovar bisogna in un medesimo pensiero infino al fine, ma le tue per lunghe, e malagevoli ch’elle fieno; in breve tempo si finiscono. Io ottengo il primo grado (dice la Pittura) per cagione della commodità, conciosiacosa che molto più agevolmente si possa dipignere in ciascun luogo, & in ciascun tempo, che scolpire, sì per farsi con minor spesa, & anche con minor tempo come tu dì; sì per trovarsi, e maneggiarsi più facilmente i colori,che i porfidi, & i bronzi, come io concedo. Lascio, che ne’ palagi, e ne’ tempij le mie fatture non portano impedimento di luogo, ò pericolo di danno alcuno, sì come fanno le tue. Io porto la palma, dice la Scul-