Pagina:Le dicerie sacre.djvu/103

94 La fiTrv*A La bacchetta? ecco la lancia, I limi? ecco le lanterne. 1 profondi ( ecco le tenebre. Late* Ia> ecco la Sindone. Il cinabro? ecco il fan» guc. L'acquarella ? ecco le lagrime. Cumla- thrymis , & cl*mori valide exauditus tfl pr$ f:.a reuerenti*. Nè folamente le lagrime fuo •ccrefcono à quefto colorito ornamenro, e tic* chezza , ma le lagrime ancora della Tua purif- fimi genitrice; onde chiunque l'occhio v’affi- fa,vede »na Pittura quafi fatta à guazzo, incollata col fangue dell’ vno , & muernicata col pianto dell'altra . Che fe la Rema di Cartagi- ne piante amaramente (opra lefpoglie d'Enea, & accefoil filoco del facrificio, col medefimo flocco da lui lafciatos'vccifè , con che pianto , e con che pena diremo noi, che l'Imperadrice del Cielo, abbandonara da! fuo diurno amante , alla vifta di quefta dolciffima fpoglia fi fen- tifle dalle fiamme del materno amore ftrugge- re il petto , e da quella dolorofà fpada pacare il cuore profetizata da Simeone ? Tuam,& ip- fini nnimam Johrii gladiut ftrtranfibit. Fù lodata fommamenre l'accortezza diTimante, il quale hauendo nel facnficio d'ifigenia dipinto Calcante meflo , Vii (Te fofpirofo, Aiace, chc gridaua, Menelao, che fi difperaua; quando giuufe à voler dipingere Agamennone , che di pallio ne tutti colìoro fuperalfe ; econofcendò non elTet così facile à rapprefeotare 1’ affètto del padre , come la pietà deU’Arufpice, il dolor degli amici, il pianto del fratello , e la iriditi* de’ circolanti , vinfe il difètto con l'artificio, e feeelo eoi capo turato, fingendo, che per afeiu- garfi le lagrime fi coprille con vn velo la faccia . D. limile fagacità fifciuì l'Euangeliftu Gio-