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panello ci avvertì che mio padre era di ritorno. D’un salto io mi precipitai fuori della sua vista, per rintanarmi in qualche angolo: al terrore solito, che egli mi incuteva, si aggiungeva, in quella sera, il presentimento che un grande segreto, forse di vergogna, sarebbe sfuggito all’urto di quelle due volontà.

Come la voce dell’uomo si fece udire, mia madre si avanzò ancora vibrante di sdegno. Sul viso, affilato dai dolori di ogni giorno e dall’ira di quell'istante, era il pallore della morte. Gli occhi scintillavano, le narici sembravano fumanti, le mascelle contratte parevano incapaci di aprirsi per lasciar libero passo alla voce.

Ma la voce passò, e le parole, rauche d’odio e di tremore, vibrarono.

— Si ha fame, qui’.. Mia figlia ha fame!..

Mio padre tacque, in prima stupito. Poi si strinse nelle spalle.

— Mangiate.

— Con qual danaro... con qual danaro?.. — investì mia madre.