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di una nostalgia: due cose diverse: odiosa l’una, l’altra pietosissima, dinanzi a cui io non mi sen- tiva l’autorità di mostrarmi inesorabile. D’altronde io aveva avuto modo di giudicarla: era una ragazza intelligentissima, avida d’imparare, molto sensibile. Come seppi del suo tristo passato, anzichè licenziarla e ricacciarla, forse, nel fango donde essa, con tanto buon volere e, certo, penosi sforzi, s’era tolta io la richiamai più presso me. Togliendo a pretesto che ella sapeva appena scrivere cosa incompatibile con le nuove esigenze civili — le insegnai molte cose. A tempo perso, mentre mi pettinava o mi vestiva, alla sera, quando non uscivo e rimanevo sola in casa, io la intratteneva di fatti storici, di fenomeni fisici, di questioni morali.

Adele mi ascoltava a bocca aperta, con gli occhi dilatati nel volto pallido. E come si appassionava! ... Il mio modesto bagaglio scolastico, amica mia, non mi fu mai così prezioso, come quando parlai con la mia serva! Così, pian piano, io ho cercato di elevare il suo spirito, di illuminarlo, di fargli ve-