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avrei dovuto essere felice. E che argomenti! Come tagliavano la testa al toro! ... Io sarei stata una donna virtuosa — ecco — e tanta cura avrei avuto della mia casa, e il mio marito — oh Dio che parola rimuginante! — l’avrei adorato, e i miei bambini — quanti, quanti ne voleva! — li avrei allevati con tanta passione e ne avrei fatti dei buoni cristiani, sì certo, ed anco dei buoni cittadini! ... Ed io domandava al buon Dio — ed a te — come mai, con tanto santi propositi e tanto zelo e tanta virtù, io non sarei stata felice! Ma tu, spesso, a questo punto dormivi ... ed io rimaneva con la mia domanda inappagata. Oggi io capisco il profondo significato del tuo sonno — quelle teorie erano tanto papaveriche! — e capisco anche il significato del silenzio, nel quale piombava la mia interrogazione ... Chi — tu o Dio — avrebbe potuto rispondermi, senza mentire, che le mie previsioni erano legate a fil di logica?

E allora, nella notte — mentre tu bimba balbettavi nel sonno le tue preoccupazioni di scolara, o le tue bizze di cocciuta — io mi raccoglieva