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E pure di quante rose, di quante mortelle, io festonava, con la fantasia di adolescente quella, che sarebbe stata la via della mia vita! ... Sì: l’esistenza era stata miseranda per la mia povera mamma ... Ma per me no ... oh! per me no, non sarebbe stata tale! Non aveva io il tesoro di forza e di bellezza dei miei sedici anni? ... Ancora qualche mese, e poi sarei sfuggita di là, e poi avrei preso il volo, e poi sarei entrata, nuova farfalla, entro ii grande giardino del mondo! ...
E come le mie parole si addensavano su questo sfolgorante avvenimento! Ricordi, Paola ... ricordi quante strane teorie — io aveva delle teorie, allora! — piene d’inesperienza e di contradizione io sfoderava, per asseverare che avrei dovuto trovare, e sibito, la felicità?
Nel buio della notte, distesa nel lettuccio — e tu, a volte, monella, ti addormentavi al meglio della mia dimostrazione — io accumulava gli argomenti su gli argomenti, come carte su carte mettono i bimbi, che si divertono a fabbricare castelli, per dimostrare che, matematicamente, io