Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 44 — |
Crollò il capo, sconfortata.
— E vero.... ho sofferto tanto... Leggerai quelle lettere.... te lo permetto.... anzi, lo voglio... Stupirai.... Ma di quale utilità saranno stati i miei dolori?... A me, essi fruttano la morte... agli altri neppure un rimorso....
Il silenzio ricadde profondo. Viviana richiuse gli occhi, esausta. Sui suoi piedi il fascio dei fiori spandeva, con tanto acuta copia, il suo profumo, ch’io tacitamente mi levai per toglierli. L’atmosfera era asfissiante.
Ma al leggero tocco delle mani, Viviana spalancò gli occhi e si agitò tutta.
— No... no... lascia... non levarmi i fiori... Io voglio morire così... fra poco li metterai sul mio petto... sulla faccia... sul capo. Così voglio morire....
Ricadde in un lungo assopimento. Io non osava far moto, schiacciata dal dolore, stordita da quell’aria pesante e pregna di essenze. Un torpore di morte invadeva le mie membra ed il mio cervello, dandomi la sensazione che su me pure la morte scendesse a conquidermi...