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Una pungente ansia di sapere mi attanagliava il cuore. Avrei voluto interrogarla, pregarla che mi svelasse il perchè.. quell’immenso ed ignoto perchè, che l’uccideva. Ma come farlo senza turbare la solennità di quell’agonia con la evocazione del fato, che aveva occasionato la tragedia?... Tacqui, dunque. Ed ella parlò, fiocamente.
— Io ti aspettavo.... Avevo fatto tutti i miei calcoli... Sapevo che tu saresti arrivata, tardi per salvarmi, in tempo per darmi l’ultimo saluto.... e rendermi l’ultimo servigio.... Prendi questa chiave...
La trasse a fatica di sotto il guanciale, e me la porse.
— Apri quel cassetto.... là.... dello scrittoio.... Bene.... Ve un grosso piego.... Portalo qua....
Eseguii sollecita. Ella prese il piego chiuso e suggellato.
— Sono alcune lettere.... le ho scritte prima che il male mi vietasse di reggermi in piedi.... Son documenti, che affido alla tua amicizia.... Fa che i destinatari li ricevano dalle tue mani...