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— È lontano.... in Francia.... per affari.... Da un mese manca.... né tornerà tanto presto.... Avrò finito prima....
Chiuse gli occhi, stanca, ed io non parlai più. Che cosa dire, d’altronde? Che cosa fare? Le parole erano inutili, come inutili erano gli aiuti. Ormai il fatto era compiuto: la Morte già si era stesa sul corpo di Viviana. Nessuna forza, di ragionamento o di azione, sarebbe riuscita a strapparla da quell’amplesso, a cui era stata, con tanto sottile opera, chiamata. Null’altra cosa mi era concessa, oltre il pianto: e tutte le mie lacrime caddero sulle mani esangui, che si erano tese verso di me.
Dopo un grave silenzio — in cui soltanto le corolle, disciolte sui piedi della morente, vissero la loro vita di profumo e d’amore — Viviana riaprì gli occhi.
— È stato così.... — mormorò — Un lungo veleno, che mi ha distrutta.... Ma nessuno sa.... nessuno sospetta.... Tu sola... ed è tardi, ormai... E finita....